sabato 22 ottobre 2016

Step 04 - Un' Aragosta mitica

I colori hanno da sempre giocato un ruolo fondamentale nella storia dell'uomo. Innumerevoli sono le associazioni generate nei vari miti,storie e leggende. Nel cristianesimo ad esempio sono molto importanti il rosso e il blu (il profeta Ezechiele descrive la visione della gloria di Dio con i colori blu dello zaffiro e rosso del fuoco e del cherubino), nell'islamismo il colore dominante è il verde (colore della natura, degli alberi, delle piante delle quali i deserti in cui l'islam è nato sono poveri), mentre nel buddismo l'arancione indica l'equilibrio del chakra sessuale, perciò l'assenza del desiderio di possesso materiale e sessuale nei confronti di ciò che ci circonda. 
Nel mondo greco invece veniva dato risalto a una dea minore dell'Olimpo, Iris. Personificazione dell'arcobaleno e messaggera degli dei, è citata nell'Iliade in cui si legge che "Zeus padre dall'Ida... incitò... Iris dall'ali d'oro a portare in fretta un messaggio". 
Iris però appartiene solo alla mitologia ellenica, non al culto. Di conseguenza non veniva venerata dal popolo. 
Il compito della dea era quello di portare agli uomini messaggi funesti, dato che era compito di Hermes consegnare messaggi propizi.


Iris e Giove, Michel Corneille (1701)




Il colore Aragosta non è riscontrabile nella mitologia di popoli antichi. Questa tonalità però, come già citato nel primo post, tende al rosso (come si nota osservando il grafico sottostante). Di conseguenza il post analizzerà la presenza del rosso nella mitologia.

Considerando che nel modello RGB il valore massimo è 255, si noti l'alto valore del Red (237)





La leggenda del Filo Rosso del Destino

Il filo rosso del destino è una leggenda popolare nata in Cina, ma diffusasi in Giappone. Stando a quanto racconta ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo è indistruttibile: le due persone, infatti, presto o tardi sono destinate a incontrarsi e a sposarsi.
Per leggere la leggenda completa rimando a questo link.





Il Drago dell'Apocalisse

Nel dodicesimo capitolo dell'Apocalisse di S.Giovanni si parla del Drago dell'Apocalisse, una bestia "... enorme, rosso fuoco, con sette teste e dieci corna. Su ogni testa aveva un diadema, e la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le scagliava sulla terra". 

Tav. 14 dal Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore


Il Drago, dopo una violenta battaglia contro l'Arcangelo Michele e i suoi angeli, venne sconfitto. Per vendicarsi iniziò un'altra guerra (che dura tutt'ora) con l'Umanità, a rappresentazione del Male che colpisce i credenti in Dio e Gesù. 

Cosa rappresentano le sette teste?




Y Ddraig Goch


La seguente leggenda è stata riportata per intero, in quanto tradotta da questo sito inglese per facilitare la lettura.
Y Ddraig Goch è una creatura leggendaria Gallese. É un enorme drago rosso in grado di sputare fuoco.
Nella Historia Brittonum è presente un racconto (ambientato prima della nascita di Artù) in cui si narra di un possente drago bianco che aveva invaso la Gran Bretagna distruggendo tutto quello che incontrava. L'unico che riuscì ad opporsi fu il Y Ddraig Goch. La battaglia fu lunga e sanguinosa, e le grida di dolore di entrambi i draghi devastarono la terra rendendola inabitabile. In preda alla disperazione, il re britannico Ludd chiese aiuto a suo fratello Llefely. Costui disse di costruire un antro circondato da una fossa nel centro esatto della Gran Bretagna, a Dinas Emrys, riempiendola di idromele per attirare e intrappolare i draghi.
Secoli dopo, il re britannico Vortigern fuggì con il suo popolo nelle montagne del Galles a causa dell'invasione degli anglosassoni. Non avendo altri luoghi in cui rifugiarsi, iniziò la costruzione di una possente fortezza che chiamò Dinas Emrys, come la montagna su cui aveva trovato rifugio. Ogni notte, però, le pareti e le fondamenta della fortezza si sbriciolavano. Il mago di Vortigern, Maugantius (in realtà un ciarlatano), gli consigliò di sacrificare un ragazzo orfano di padre, garantendogli così la realizzazione dell'opera. Tale ragazzo fu trovato nella città di Carmarthen, nel Galles del Sud. Il suo nome era Merlino.
Dopo aver scoperto del suo sacrificio programmato, ed essendo un veggente, il ragazzo rivelò la vera natura della montagna e del suo antro sigillato per guadagnarsi i favori del re ed avere salva la vita. Quando la fossa venne svuotata vennero alla luce due lastre di pietra massiccia che cominciarono a spezzarsi. Due enormi draghi, uno rosso e uno bianco, si arrampicarono fuori della caverna, e cominciarono a darsi battaglia ancora una volta.


Si dice inoltre che Merlino fece la seguente profezia a Vortigern: "Guai al Drago Rosso, per lui la fine è vicina. Il Drago Bianco invaderà le sue tane e le sue caverne. Nei fiumi e nei ruscelli scorrerà sangue e nelle montagne echeggeranno i gemiti delle persone che soffrono. Il paese griderà di dolore. Infine, un orso verrà a porre fine al conflitto e a ristabilire la pace. La Bretagna si rallegrerà e griderà di gioia. Tu sei il Drago Rosso, Vortigern. Il nome dell'orso è Artù Pendragon".
Il Drago Bianco spinse il Drago Rosso verso il basso e lo gettò nel fondo dell'antro, dove sbattè violentemente e non si mosse più.
Dopo poco tempo l'esercito britannico venne sconfitto e Vortigern fu bruciato vivo nella sua fortezza dagli anglosassoni guidati da Uther Pendragon. Il loro arrivo fu segnato da vessilli rappresentanti il Drago Bianco.
Il popolo di Vortigern, che gli anglosassoni non riuscirono a sottomettere, cambiò nome diventando gallese. Y Ddraig Goch, il Drago Rosso, divenne quindi un simbolo nazionale del Galles, venendo posto persino sulla bandiera nazionale.



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